Fondazione Provinciale della Comunità Comasca

UN MANIFESTO PER LA FILANTROPIA DI COMUNITA’

PREMESSE

L’Italia è un paese ricco, ma come molte altre società industrializzate, fa sempre più fatica a trovare le risorse per soddisfare un numero crescente di bisogni fondamentali.

Nel contempo la disoccupazione, in particolar modo quella giovanile, ma anche la presenza di tassi d’interesse negativi mostrano come ci siano molte risorse che non vengono interamente utilizzate.

Stiamo vivendo un paradosso: abbiamo risorse in eccesso, ma non siamo capaci di utilizzarle per soddisfare i nostri bisogni: stiamo morendo di fame all’interno di un ristorante.

Gli strumenti messi a disposizione dal libero mercato e dalla pubblica amministrazione non riescono più a garantire un’adeguata allocazione delle risorse, essi sono in grado di generare beni privati e pubblici, ma non sono ugualmente efficaci nel mettere a disposizione beni sociali, ossia quelli che possono rispondere contemporaneamente alle esigenze di soggetti diversi e di cui sentiamo oggi maggiormente il bisogno.

Per esempio un programma di doposcuola può soddisfare contemporaneamente i bisogni dei bambini che devono crescere; dei loro genitori che non possono accudirli mentre lavorano; delle amministrazioni pubbliche che hanno bisogno di formare cittadini che siano una risorsa e non un costo sociale; delle imprese interessate al welfare aziendale, delle fondazioni che vogliono conseguire impatto sociale, dei donatori e dei volontari che vogliono essere coinvolti in qualcosa di bello. Tutti questi bisogni possono essere soddisfatti dallo stesso programma di doposcuola che è quindi un bene sociale.

Se gli attori interessati ad uno specifico bene sociale sono isolati, diventa impossibile produrre questo bene, in quanto le risorse che ognuno di essi può investire non sono di norma sufficienti, se separate, a pagare i fattori produttivi. Al contrario se si riesce a combinare tutte queste risorse in una iniziativa comune, esse possono essere sufficienti per conseguire la sostenibilità necessaria a permettere alla nostra società di uscire dal paradosso fatto di risorse in eccesso e da bisogni insoddisfatti.

LA TESI

  1. Il futuro della nostra comunità dipende dallo sviluppo di imprese sociali che possano combinare risorse provenienti da fonti diverse per produrre beni sociali:
  2. Le organizzazioni che meglio di altre possono svolgere questo ruolo sono le non profit perché:
    1. Hanno esperienze specifiche negli ambiti dove i beni sociali sono più diffusi (educazione, salute, servizi sociali, cultura, patrimonio storico ed artistico, ambiente);
    2. Sono le sole capaci di attirare contributi, donazioni e volontariato. Anche se queste risorse sono limitate se comparate con quelle che possono essere generate da altre fondi, esse possono essere strategiche per conseguire la sostenibilità;
    3. Se vogliono svolgere questo ruolo le non profit devono trasformarsi profondamente e cessare di essere erogatori di servizi per conto terzi per diventare catalizzatori delle risorse della comunità;
    4. Per conseguire questa trasformazione la promozione del dono dovrebbe essere parte integrante della loro identità e la loro missione comprendere la soddisfazione dei bisogni dei donatori;

IMPATTO PREVISTO

  1. Le risorse che non sono utilizzate integralmente verranno destinate a soddisfare bisogni sociali;
  2. Ciò dovrebbe incrementare il benessere della comunità;
  3. Ciò dovrebbe avere un impatto positivo sull’economia;
  4. Ciò dovrebbe aumentare la fiducia ed il capitale sociale con effetti positivi sia sul mercato che sulle istituzioni democratiche;
  5. Il dono garantirà un’identità positiva ad un settore che si definisce in termini negativi (ONP, ONG);
  6. Un crescente numero di bisogni dei donatori verrà soddisfatto il che farà aumentare le donazioni;
  7. Gli assistiti non saranno più oggetti di carità, ma diventeranno erogatori di servizi ai donatori.

IL RUOLO DELLA FILANTROPIA DI COMUNITÀ

La filantropia di comunità può svolgere un ruolo strategico nell’implementare questa visione:

  1. Aiutando le non profit a diventare consapevoli di questa opportunità, ma anche dei rischi che incorrono se non elaborano una strategia che compensi la riduzione dei trasferimenti pubblici;
  2. Offrendo risorse per assistere le non profit nell’approfondimento della loro identità e nella comprensione del ruolo che il dono può avere nel loro futuro;
  3. Sostenendo progetti che possono aumentare la loro capacità nel conseguire un impatto sociale;
  4. Aiutandole a diventare più sostenibili;
  5. Mettendo a disposizione le competenze e le risorse umane necessarie per coltivare i donatori;
  6. Costruendo partnership e alleanze anche attraverso esperienze di impatto collettivo.

Le fondazioni di comunità sono nelle condizioni migliori per conseguire questo obiettivo in quanto:

  1. Sono neutrali e possono svolgere un ruolo di facilitatori;
  2. Hanno le risorse che possono investire per attivare queste attività;
  3. Hanno il tempo per concentrarsi in obiettivi di lungo periodo;
  4. Possono mobilitare risorse provenienti da molteplici fonti diverse;
  5. Hanno le relazioni per promuovere lo sviluppo di coalizioni intersettoriali.

Benefici fiscali

Donando alla Fondazione di comunità il donatore, che sia una persona fisica oppure giuridica, può godere dei massimi benefici fiscali previsti dalla legge. Inoltre la Fondazione tutela il donatore da qualunque possibile contestazione.

Quali sono i benefici fiscali previsti dalla legge italiana?

Una persona fisica può scegliere se:

  • detrarre dall’imposta lorda il 30% dell’importo donato, fino ad un massimo complessivo annuale pari a 30.000 euro (art. 83, comma 1 del D. Lgs. 3 luglio 2017, n. 117)
  • dedurre dal reddito le donazioni, per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato (art. 83, comma 2 del D. Lgs. 3 luglio 2017, n. 117)

Un’impresa può:

  • dedurre dal reddito le donazioni per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato (art. 83, comma 2 del D. Lgs. 3 luglio 2017, n. 117)