Fondazione Provinciale della Comunità Comasca

La sostenibilità

LA SOSTENIBILITÀ

Per quel che riguarda la sostenibilità, ossia la capacità di dar vita ad un modello economico che permetta all’ente di concentrarsi sul perseguimento della propria missione senza doversi costantemente preoccupare della propria sopravvivenza, alcune modalità che la Fondazione Comasca potrebbe perseguire sono le seguenti:

  1. Nell’ambito della propria attività istituzionale, ossia l’erogazione di contributi, potrebbe:
    1. ampliare il proprio ambito di attività anche ad organizzazioni che, pur essendo di utilità sociale, non operano direttamente in ambito sociale o del restauro del patrimonio;
    2. coinvolgere valutatori esterni nella scelta dei progetti;
    3. coinvolgere il territorio nell’identificazione delle priorità;
    4. migliorare la propria conoscenza delle organizzazioni non profit aggiornandone i profili;
    5. rafforzare il criterio di sostenibilità nella scelta dei progetti da sostenere;
    6. dedicare un’attenzione specifica alle organizzazioni appena costituite;
    7. erogare singoli contributi molto consistenti in grado di cambiare la vita dell’ente;
    8. sostenere anche le spese ordinare degli enti in particolari momenti della loro storia;
    9. erogare contributi pluriennali;
    10. dedicare risorse per finanziare iniziative non individuate tramite bandi;
    11. introdurre bandi senza scadenza in cui il progetto sia il frutto di un processo di collaborazione che coinvolga attivamente la fondazione;
    12. semplificare gli oneri amministrativi a carico degli enti;
    13. concentrare i criteri di selezione nell’analisi dell’outcome e non dell’output;
    14. concentrarsi sulle start up sociali;
    15. finanziare progetti volti a ridurre i costi operativi.
  2. Per quel che riguarda le problematiche finanziarie  e patrimonialila Fondazione potrebbe:
    1. favorire la diffusione di forme di microcredito;
    2. ridurre il costo del denaro per le non profit eventualmente prestando fideiussioni;
    3. costituire un fondo di garanzia che possa intervenire in caso di crisi;
    4. ipotizzare di investire in imprese sociali e di partecipare alla loro gestione;
    5. erogare i propri contributi in anticipo e non a rendicontazione e pagamento già effettuati per evitare che l’ente debba anticipare risorse che spesso non ha.
    6. promuovere la nascita di fondi patrimoniali;
    7. mettere a loro disposizione competenze specifiche nella loro gestione.
  3. La Fondazione può avere un ruolo anche nell’assistere gli enti nelle attività di raccolta fondi:
    1. organizzando campagne di raccolta comuni, anche in termini di lasciti o di trattenute sulle buste paga;
    2. favorendo la crescita di competenze specifiche all’interno dei diversi enti;
    3. promuovendo la nascita di una sorta di charity navigator che possa assistere i donatori;
    4. mettendo a disposizione degli enti strumenti di crowdfunding;
    5. promuovendo una maggiore consapevolezza dell’importanza della raccolta fondi;
    6. favorendo l’incontro con esperti del fundraising;
    7. implementando modalità che possano ridurre i costi collegati alla raccolta fondi;
    8. aiutando le organizzazioni non profit a partecipare a bandi nazionali ed internazionali, ad individuare le opportunità coerenti con le loro caratteristiche e a sviluppare le relazioni internazionali, oltre che assistendole nella compilazione degli stessi;
    9. approfondendo i rapporti coi gestori ed intermediari finanziari, quali ponti nei confronti dei donatori.
  4. La Fondazione potrebbe svolgere anche un ruolo per quel che riguarda la comunicazione e la sensibilizzazione :
    1. aiutando gli enti a farsi conoscere;
    2. mettendo a loro disposizione i propri strumenti di comunicazione e le proprie relazioni coi media locali;
    3. stimolando gli enti a dotarsi di strumenti di comunicazione propri.
    4. promuovendo campagne di sensibilizzazione volte a stimolare finanziamenti pubblici e a semplificare adempimenti burocratici.
  5. Un ruolo potrebbe anche essere quello di promuovere le relazioni fra le organizzazioni non profit e le altre realtà che operano sul territorio aiutando le prime a:
    1. meglio definire il valore aggiunto che la loro attività può avere per le imprese e creando opportunità di incontro con queste ultime;
    2. stabilire contatti con le amministrazioni regionali e nazionali;
    3. partecipare a network nazionali ed internazionali;
    4. organizzare momenti di incontro fra le non profit e i donatori o le imprese.
    5. Lo sviluppo delle partnership può essere considerata una strada per promuovere la sostenibilità delle organizzazioni:
      1. riducendo la competitività e i conflitti esistenti fra i diversi enti;
      2. stimolando sinergie anche attraverso la condivisione di risorse umane e tecniche per evitare un utilizzo parziale delle stesse e per offrire servizi più completi a favore degli utenti finali;
      3. facilitando lo sviluppo di enti di secondo livello;
      4. promuovendo fusioni e consolidamenti fra enti diversi.
  6. Un altro ambito di possibile intervento può essere quello di promuovere studi, ricerche così come la costruzione di archivianche consultabili online che permettano di sviluppare una maggiore conoscenza:
    1. del mercato all’interno del quale le non profit sono chiamate ad operare;
    2. dei bisogni delle aziende in una logica di valore condiviso;
    3. delle reti e delle risorse esistenti;
    4. delle modalità operative più efficaci per quel che riguarda il perseguimento delle proprie finalità statutarie, l’erogazione dei servizi, la gestione delle situazioni di difficoltà, anche al fine di promuovere emulazione;
    5. delle varie tipologie di fonti di finanziamento e di autosostentamento.
  7. Un altro possibile ambito di intervento riguarda la governance e il management delle organizzazioni al fine di:
    1. permettere una migliore gestione della struttura e valorizzazione delle risorse umane presenti;
    2. comprendere i limiti del volontariato, anche per evitare possibili forme di sfruttamento;
    3. analizzare criticamente i meccanismi di nomina;
    4. introdurre strumenti per monitorare l’efficienza della stessa governance;
    5. favorire l’emergere i processi decisionali collettivi;
    6. sviluppare una cultura della valutazione;
    7. identificare le possibili diverse fonti d’entrata;
    8. promuovere processi di pianificazione strategica.
  8. Un’altra strategia d’intervento potrebbe riguardare le risorse umane attraverso:
    1. l’elargizione di borse di studio o altri sostegni formativi a giovani che potrebbero poi collaborare con gli enti;
    2. lo sviluppo di percorsi formativi con particolare attenzione a quelli di management e di controllo di gestione;
    3. la messa in comune di modalità per accogliere e coinvolgere i soci
  9. La Fondazione potrebbe favorire lo sviluppo di iniziative volte a fornire agli enti non profit forme di assistenza tecnica per quel che riguarda:
    1. l’elaborazione dei bilanci,
    2. la misurazione dell’impatto sociale,
    3. la gestione finanziaria, quella amministrativa e altre consulenze tecniche professionali che le singole associazioni, specie se piccole, non si possono permettere.

Benefici fiscali

Donando alla Fondazione di comunità il donatore, che sia una persona fisica oppure giuridica, può godere dei massimi benefici fiscali previsti dalla legge. Inoltre la Fondazione tutela il donatore da qualunque possibile contestazione.

Quali sono i benefici fiscali previsti dalla legge italiana?

Una persona fisica può scegliere se:

  • detrarre dall’imposta lorda il 30% dell’importo donato, fino ad un massimo complessivo annuale pari a 30.000 euro (art. 83, comma 1 del D. Lgs. 3 luglio 2017, n. 117)
  • dedurre dal reddito le donazioni, per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato (art. 83, comma 2 del D. Lgs. 3 luglio 2017, n. 117)

Un’impresa può:

  • dedurre dal reddito le donazioni per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato (art. 83, comma 2 del D. Lgs. 3 luglio 2017, n. 117)